Il re Carlo VII entrato a Rouen, nella Normandia riconquistata, nella città dove venne bruciata Giovanna, ordina un’inchiesta ufficiosa per "sapere la verità di quel processo e il modo con cui è stato condotto". Erano ancora in vita i testimoni, tra cui il notaio che aveva redatto gli atti del processo. Negli anni seguenti vennero condotte altre due inchieste, questa volta ufficiali, che condussero ad un nuovo processo dell’Inquisizione che si aprì nel 1456 a Notre-Dame de Paris: nella prima seduta i commissari del re ascoltarono la testimonianza della madre di Giovanna, Isabelle Romée. Poi i testimoni della sua infanzia e giovinezza. Il processo di riabilitazione annullò solennemente il primo, di cui vennero mostrate tutte le ingiustizie, e tolse da Giovanna ogni sospetto di eresia.