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Sono il nodo, il gomitolo, il filo della storia, sono Partenza e sono Ritorno. Sono la Porta, il Labirinto, la Materia. Da me si dipana il sentire e a me torna. Sono Penelope, figlia di Icario e di Peribea. Qualcuno mi ha chiamata Arnea. Nel mare gettata per ordine di mio padre, sono rimasta a galla grazie ad uno stormo di anatre. Per giorni m’hanno nutrita portandomi fino a riva, ridandomi allo stupore di mio padre e della sua sposa. E per smacchiare il cuore dai delitti, lui mi mostrava i segreti di Dioniso ridente, di spremiture, d’inebrianti grappoli e di olive. Compiansi sai quel pover uomo, con te, amor mio, non mi voleva lasciare, per usanze lo sai è lo sposo a seguire la sposa. Ma quando calò il Velo a separare le vite, nessun voto alla Modestia e al Pudore il velo mio dal viso tolse. Ithaki splendente d’ulivi ci attendeva, nella baia dorata, nelle grotte azzurrine, i grappoli di glicine ad incorniciare la casa. Per maggiori informazioni: http://www.rupemutevoleedizioni.com/L%27anatra%20regina.htm |